Giornata contro lo spreco alimentare confessione del demone

Storie e Notizie N. 1054

Oggi, mercoledì 5 Febbraio 2014, ricorre per la prima volta nel nostro paese la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare. Leggo che la Fao ha calcolato che ogni anno nel mondo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono gettati nella spazzatura.

E’ mia, la colpa è mia.
Solo mia.
Ops, non mi sono presentato, pardon.
Sono il demone dello spreco, eh già.
Io prendo, agguanto e mi porto via tutto quel che posso.
Leggi quello che l’umano dimentica.
Tra le presunte trascurabilità del vivere.

Il bianco che, in apparenza, non serve.
Lo spazio in calce al racconto, la riga assente, la fessura tra una rima e l’altra, l’intera pagina intonsa per dar volume a quest’ultimo.
Tutto afferro, lo spazio glabro da inchiostri vari, e lo sbrandello in una miriade di frammenti inutilizzabili.
Auspicabilmente incomponibili, in una irreversibile danza dello stracciamento.

Le pause, le giammai inutili pause dell’ameno conversare.
Il più appetibile per quelli come il sovrascritto.
Ladri di parole non dette.
Peccati semantici e delitti sintattici che adoro collezionare.
Potrei pure riempire io stesso quegli avvalli con le mie, di frasi.
Se avessi qualcosa da dire, in effetti.
Sono troppo occupato nell’accumulo di infinite quantità di resti.

La roba tutta, che all’improvviso, dopo una settimana o al più un mese, viene cancellata dalla proprietà.
Indegna di meritarsi il marchio.
La mia roba, la nostra.
Che all’inizio del primo atto ha un prezzo e alla chiusura del sipario diviene scenografia superflua.
E cancellata dal ricordo.
Come una bianca parentesi dello scrivere e un’esitazione del dire, è come se non fosse mai esistita.
Tranne che per me.

Eccomi lì, esattamente in quell’anonimo pixel dello schermo che faccio capolino e mi approprio con avide mani del dono.
Quel che l’occhio umano non vede, io faccio mio.
Soprattutto quel che vede e non cura.
Con la giusta affezione.

Nondimeno, signore e signori, perfino io possiedo un’etica.
Una sorta di tale, nevvero.
Ecco perché lo sperpero del cibo, e qualsiasi prolungamento del viaggio di quest’ultimo, è affare vostro.
Perché neanche un diavolo arriva a tanto.
Smettetela, una volta per tutte, di farmi concorrenza…


 


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