Cosa serve e cosa no
Prima il titolo: cose che servono.
Eccovi le cose che servono, ma magari non occorre che scriva anche questo, perché va subito dopo il titolo, però ormai l’ho scritto, no? Proseguiamo.
La mamma e poi il papà, sempre prima la mamma, mi ha proprio adesso sussurrato lei e papà… proprio così, ha scosso la testa. Quindi, il pavimento, perché senza precipitiamo sulle auto in garage, perché abitiamo al piano terra, sapete? Ah, ma allora serve pure il soffitto, altrimenti, se ci viene addosso quel nuovo vicino che vive di sopra ci sfracella. Io non lo conosco di vista, ma fa tanto chiasso se cammina e dev’essere pesantissimo e gigantissimo.
Gigantissimo come parola non va tanto bene, ha detto mamma, propongo di scriverne un’altra, una più comune, aggiunge papà ovviamente scuotendo il capo. Tuttavia, io penso che capiti spesso che le parole più giuste per chiamare le cose siano strane e per questo abbiamo così tanta paura di dirle.
Forse è meglio andare avanti con le altre cose che servono: la lucetta sul comodino vicino al letto, per un milione di motivi. Quando devo leggere, quando ho fatto un incubo di quelli brutti, quando ci sono i tuoni, e quando… ma, scusate, ci vuole proprio una ragione per rimanere al buio? Il buio serve davvero? Okay, lo metto con le cose che non servono…
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Eccovi le cose che servono, ma magari non occorre che scriva anche questo, perché va subito dopo il titolo, però ormai l’ho scritto, no? Proseguiamo.
La mamma e poi il papà, sempre prima la mamma, mi ha proprio adesso sussurrato lei e papà… proprio così, ha scosso la testa. Quindi, il pavimento, perché senza precipitiamo sulle auto in garage, perché abitiamo al piano terra, sapete? Ah, ma allora serve pure il soffitto, altrimenti, se ci viene addosso quel nuovo vicino che vive di sopra ci sfracella. Io non lo conosco di vista, ma fa tanto chiasso se cammina e dev’essere pesantissimo e gigantissimo.
Gigantissimo come parola non va tanto bene, ha detto mamma, propongo di scriverne un’altra, una più comune, aggiunge papà ovviamente scuotendo il capo. Tuttavia, io penso che capiti spesso che le parole più giuste per chiamare le cose siano strane e per questo abbiamo così tanta paura di dirle.
Forse è meglio andare avanti con le altre cose che servono: la lucetta sul comodino vicino al letto, per un milione di motivi. Quando devo leggere, quando ho fatto un incubo di quelli brutti, quando ci sono i tuoni, e quando… ma, scusate, ci vuole proprio una ragione per rimanere al buio? Il buio serve davvero? Okay, lo metto con le cose che non servono…
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