Il mistero del salvataggio

Storie e Notizie N. 2046

C’era una volta un mistero.
E quando un mistero si fa cronaca, automaticamente e inevitabilmente fa notizia, signore e signori. Guadagna titoli e suscita stupore, e di conseguenza si cercano risposte, mentre i video e le immagini diventano virali.
Ma veniamo agli straordinari quanto incomprensibili fatti.
Siamo in alto mare, d’accordo?
In alto mare e in difficoltà, con tutto il terribile peso del prima e gli imprevedibili pericoli del dopo per chi si ritrovi tra i flutti senza amici, senza rete, senza nulla.
Ora, siamo schietti, d’accordo. Al netto di falsi moralismi, cosa ci hanno insegnato le nostre moderne e civili società con alacre e incessante impegno quotidiano? Che devi pararti il culo, fratello. Che devi pensare a te, sorella. Che sono tutti bravi a parole, ma poi la vita è dura, i buonisti crepano come funghi e ne resterà uno solo. E non è Boris Johnson, perché anche lui ha finito i gettoni.
Da cui il mistero di cui sopra, gente.
Un enigmatico rebus, aggiungo.
Perché tu sei un ragazzo di 17 anni con tutta la vita davanti, okay? Be’, diciamo che è quello che speri, va meglio? Perché se abbiamo detto di esser franchi, ricordiamo pure che il colore della pelle, quello degli eventuali soldi nel borsello e soprattutto la nazione di partenza nella grande corsa della vita, fanno tutta la differenza del mondo.
Ma a maggior ragione, giusto?
Hai 17 anni, vieni dal Togo e ti trovi in mezzo al mare, rendo l’idea adesso?
E cosa fai? Invece di seguire il manuale di sopravvivenza del saggio cittadino del terzo millennio, col cervello e soprattutto il cuore vaccinato contro ingenui moralismi e utopiche solidarietà, dopo aver visto morire ben sei dei tuoi amici, pensi bene – diciamo pure folle – di rituffarti in acqua per salvare una neonata di 4 mesi.
Sempre qualora sia ancora viva, giusto? E lo è, per fortuna della piccola, ma non è questo il punto, vero?
Il punto è il mistero nel mistero, tipo quegli strani tizi sul gommone che si dannano per trarre in salvo entrambi. Chi glielo fa fare? Ma magari c’è un tornaconto che ignoriamo. Si sa come fa questa gente, sono i narcisisti del bene, godono nel farsi ritrarre nel compiere buoni azioni, ma lo sappiamo tutti che ci sarà di sicuro qualche sponsor segreto, a sua volta occultamente finanziato dalle lobby della migrazione lucrata, che farà loro intascare stipendioni da paura mentre gli onesti individui intenti a preoccuparsi unicamente di se stessi faticano ad arrivare a fine mese.
Vi sembra giusto? Di certo no, ma non siamo qui per mettere ancora una volta alla berlina i professionisti della bontà a sei zeri, piuttosto il vero mistero nel mistero che non è tale: il ragazzo del Togo, dài.
Un attimo… non sarà mica un figurante pagato dagli investitori di cui sopra per inscenare il tutto? Oramai non ci si può meravigliare di nulla, al giorno d’oggi. Costoro sono capaci di inventarsi di tutto pur di convincerci che là fuori, al di là del monitor, più che della finestra di casa, ci sia davvero qualcuno che conti qualcosa oltre a noi, solo noi, sempre noi, viva noi!
Altrimenti, care signore e gentili signori, ciò che resta sulla scena è un adolescente come tanti nel mondo, in un momento di una difficoltà inaudita, il quale invece di preoccuparsi di se stesso e non pensare più a nient’altro – come società attuale comanda - mette a rischio la sua vita per salvare una bimba sconosciuta, quindi che non è una sorella, una cugina, una amica di sua cugina, la figlia della vicina di casa, la nipote dell’istruttore di basket, neanche quella mocciosa di sorellastra venuta a casa insieme alla nuova moglie di papà…
Be’, in tal caso è davvero un incredibile mistero.

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