Aboubakar Soumahoro e gli innocenti

Storie e Notizie N. 2087

L’onorevole Aboubakar Soumahoro, che si è appena autosospeso dal gruppo Alleanza Verdi-Sinistra, è nell’occhio del ciclone in questi giorni.
Sin dalle prime ore in cui ho letto la primissima sgradevole notizia che lo riguardava ho cominciato a riflettere, ma ho voluto aspettare prima di scrivere qualcosa sull’argomento. Nel mentre, ho letto molto e ascoltato altrettanto, a partire dall’interessato sino a tutto il resto, il contorno, tra il fantastico mondo della stampa, il meraviglioso regno della politica e, soprattutto, lo stupefacente universo degli opinionisti, tra chi lo fa di mestiere e la stragrande maggioranza formata da indefessi esperti di tuttologia da poltrona.
Senza entrare direttamente nel merito della vicenda non ancora sufficientemente chiarita del tutto da chi di dovere, sono rimasto alquanto colpito dall’assoluta omogeneità del coro formato dalle voci urlanti e starnazzanti che man mano si son fatte sentire dai sopra citati contesti. Il tribunale ha letto, ascoltato ed emesso la propria unanime condanna: il deputato con gli stivali sporchi di fango si merita di essere seppellito sotto quest’ultimo.
Ora, al netto del fatto che non ci vuole un genio della comunicazione per capire che  Soumahoro non ha gestito al meglio quest’ultima, mi pongo una domanda: attualmente l’onorevole è indagato per qualche ragione? La risposta è no. Ciò che sappiamo ormai per certo è che a risultare sotto indagine sono delle cooperative legate alla moglie e soprattutto alla suocera. Le famigerate coop di famiglia, come sono state chiamate sin dall'inizio dai giornali. Nondimeno, è inevitabile che le motivazioni delle indagini cozzino fragorosamente con l’immagine che il nostro si è creato nel tempo, ovvero quella di essere un paladino dei diritti dei migranti.
Nella narrazione popolare, la mera parentela che lo vede coinvolto nella controversa inchiesta familiare comporta il massacro quotidiano, politico e non solo, che sta vivendo l’uomo all’interno del deputato, con una contestuale assoluta assenza di rilevanti voci a sua difesa, neppure da parte dei leader del suo partito.
Come è stato possibile? Cosa sarebbe accaduto se a essere indagato fosse stato proprio lui? L’avrebbero linciato sulla pubblica piazza? E se fosse stato colto con le mani nel sacco di un qualsivoglia reato? Non riesco neanche a immaginare con quale furia sarebbe stato divorato da tutto e tutti, in modo trasversale.
Ma scusate, non funziona così nella nostrana tradizione politica. Da noi, oltre a mettere in moto l'eventuale macchina del fango, un’indagine – o addirittura una condanna - è quasi una nota di merito, e non a carico di familiari, ma al politico in oggetto, cribbio. E quando vien fuori sui giornali, a difendere ilsoldato” di turno messo sotto assedio dai giudici cattivi ci sono interi quotidiani, costruttori di opinioni super seguite e pagine social in quantità industriali.
A riprova di ciò, ho perso un po’ di minuti – non ci vuole molto, è tutto sul web – per elencare qualche collega di  Soumahoro effettivamente indagato personalmente. A prescindere dall’esito dell’inchiesta, perché se la presunta innocenza del nostro non conta, altrettanto non vale per tutti gli altri.
In ordine sparso parto da Diego Sozzani, vice-coordinatore piemontese di Forza Italia, indagato per corruzione, salvato dal voto della Camera grazie ai soliti franchi tiratori. Passo a Lorenzo Cesa segretario dell’UDC, eletto quest’anno nel Molise con il Centro destra, a sua volta sotto indagini plurime e variegate, tra cui concorso esterno in associazione mafiosa. A proposito di suocere, parliamo del “suocero” di Matteo Salvini, il padre della fidanzata Francesca, politico di lungo corso, nonché ex deputato e senatore di Forza Italia, con un elenco di procedimenti giudiziari da far spavento ancora oggi, ma non più notizia.
Ovviamente, in questa lista c’è anche lo stesso Matteo, che di indagini ne ha fatto collezione negli anni. Ecco poi il moderato Bruno Tabacci eletto con il Centro sinistra, anch’egli con vari procedimenti a macchiarne il curriculum. A seguire, Francesco Saverio Romano, vice presidente di Noi con l’Italia, partito eletto con il Centro destra, con varie inchieste a suo carico tra truffa e corruzione. Come non ricordare il neo presidente del Senato Ignazio Larussa, finito nel 2011 sotto indagine per i voli di Stato.

Ecco poi il deputato della Lega Riccardo Molinari, condannato in appello ma poi assolto, mentre risulta ancora rinviato a giudizio per falsificazione di materiale elettorale. Ma anche il democristiano Giovanni di Mauro Vicepresidente vicario dell'Assemblea Regionale Siciliana, condannato nel ‘92 in epoca di Tangentopoli. Oltre al senatore del PD Salvatore Margiotta, condannato, assolto, condannato e  poi assolto dopo i vari gradi di giudizio. Ma pur sempre indagato, non è questo che conta per i cittadini onesti? Adesso vogliamo tirare in ballo nell’elenco pure Silvio Berlusconi? No va be’, mi contengo, altrimenti diventa una burla, invece sono molto serio.
Citiamo allora Giuseppe Castiglione eletto con il partito di Renzi e Calenda, indagato più volte per turbativa d’asta, a quanto pare il suo forte. E che dire addirittura e nientedimeno del segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, sotto indagine nell’ambito dell’inchiesta sull’ILVA di Taranto. Ricordiamo pure il deputato cagliaritano Ugo Cappellacci, nonché ex presidente della regione Sardegna, altro politico con una sfilza di indagini a suo carico inquietante, l’ultima in ordine di tempo a febbraio per corruzione. Okay, il discorso per Berlusconi vale anche per il sottosegretario al Ministero della cultura nel nuovo Governo Meloni che porta il nome di Vittorio Sgarbi, il cui elenco personale di indagini e condanne fa provincia, diciamo. Stesso discorso per l’highlander Daniela Santanché, ovviamente. Segnaliamo anche Edoardo Rixi, attuale viceministro delle infrastrutture in quota Lega, anch’egli a suo tempo indagato e costretto a dimettersi. E Marco Boato, co-presidente di Europa Verde, citato in giudizio per oltraggio. Okay, va bene, credo che il mio discorso sia chiaro, anche se potrei andare avanti con questa rapida ricerchina in rete, ma diventerebbe noioso e ripetitivo, credo.
Perciò, mi domando ancora: perché così tanta compattezza e trasversalità nell’accanimento di stampa, politica e web contro Aboubakar Soumahoro, che tra l'altro non risulta neppure indagato personalmente?
Oh.. un attimo, mica avrà a che fare con il colore della pelle o le sue origini? O forse è perché parla a nome dei migranti, argomento scomodo in modo bipartisan? Ma no, dài, questi sono dettagli. Che paranoico che sono. Vedrai che tra non molto si sgonfierà tutto.
Come è già accaduto a buona parte dei politici italiani, di ieri e di oggi...

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