Realtà immaginazione e paesi terzi

Storie e Notizie N. 2159

Leggo la notizia e mi sforzo di capirne le implicazioni.
Come al solito avverto subito dopo la necessità di rovesciare sulla pagina pensieri ed emozioni che non riesco a tener dentro a causa di quella maledetta malattia chiamata indignazione per costruirci una storia che abbia senso.
Ho sempre pensato che l’indignazione fosse un virus di quelli sani, che presuppongono un minimo senso di umanità o di onestà intellettuale, ma oggi non penso di riuscirci. Forse è solo una malattia come un’altra, punto. O magari sono solo stanco perché gli anni si fanno sentire.
Potrei comunque provarci, certo.
Potrei ricordare che il gaudio dei nostri attuali governanti sul presunto successo ottenuto con il recente accordo sottoscritto dai paesi europei – sottolineo – sulla pelle, ovvero le vite, il sangue e il respiro, il presente e il futuro di esseri umani, è dovuto all’aver ricevuto ulteriore carta bianca per la perversa e nefanda pratica di de-localizzare l’imprigionamento di questi ultimi nei cosiddetti “paesi terzi”. L’Italia si è macchiata già da tempo di tale orrendo crimine divenendo complice di torture e soprusi inimmaginabili in Libia, e ora, tramite discutibili incontri travestiti da visite diplomatiche come quella con i parigrado in Tunisia – già distintasi per la mancanza di rispetto dei diritti umani - l’attuale esecutivo potrà sbizzarrirsi nel trovare ulteriori interlocutori non meno xenofobi e brutali.
D’altra parte, il nostro paese si è già fatto conoscere nel secolo scorso per la propria competenza in materia di campi di concentramento.
Ecco, come faccio quasi sempre potrei raccontare tutto ciò attraverso una storia che metta in risalto le gravi conseguenze che si celano tra le righe della notizia in oggetto, ma oggi non è giornata, credo, e avverto il desiderio di fuggire via da questo momento, oltre i confini del tempo e dell’inumanità della specie che attualmente governa il pianeta.
Ciò mi spinge a immaginare il giorno in cui, com’è stato con lo sterminio degli ebrei, il genocidio dei nativi americani o la tratta degli schiavi africani, saremo altrettanto sommersi da romanzi, film, fiction o serie tv che dirsi voglia, sull’immane persecuzione e conseguente strage legalizzata delle persone migranti, al punto che sarà perlomeno chiaro a tutti ciò che l’umanità ha fatto e, in questo preciso momento, sta facendo.
Sto parlando comunque di opere frutto della mera creatività di artisti, per quanto le drammatizzazioni possano risultare realistiche e fedeli ai fatti più terrificanti della nostra comune Storia.
Ecco perché, di fronte all’ennesima riprova della nostra indifferenza verso i nostri simili, per una volta mi piacerebbe che la realtà non si limitasse a superare l’immaginazione, bensì ad anticiparla.
Perché vorrei disperatamente vivere anch’io in quella società che si dimostrerà in grado di intendere, senza se e senza ma, l’orrenda natura di questo ulteriore crimine contro l’umanità...

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